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Come richiedere il ricalcolo della pensione: procedure e documenti

Come si chiede il ricalcolo della pensione? Quanto spetta nella migliore delle ipotesi? Sono domande tipiche di chi crede che la sua pensione sia più bassa del normale. Per fortuna, la procedura è piuttosto chiara, così come le prospettive di recupero delle somme eventualmente non erogate. Con l’aiuto di Rimborsiamo, società che fornisce servizi ai consumatori, forniamo un vademecum per il ricalcolo della pensione.

Cos'è il ricalcolo della pensione e quando richiederlo

Partiamo dalle basi, ovvero da una definizione sintetica di ricalcolo della pensione e da una panoramica delle condizioni che consentono di richiederlo. 

  • Il ricalcolo della pensione è una procedura che permette di rideterminare l'importo della pensione percepita, sulla base di nuovi contributi versati, errori precedenti o modifiche normative. Si può richiedere nei seguenti casi:

  • Errori di calcolo iniziali. Se sono stati commessi errori nel calcolo iniziale della pensione, è possibile richiedere un ricalcolo per correggerli e ottenere l'importo effettivamente dovuto, includendo eventuali arretrati spettanti.

  • Versamenti contributivi aggiuntivi. Dopo il pensionamento, si può richiedere il ricalcolo per includere ulteriori contributi versati, come quelli derivanti da lavoro autonomo, attività occasionale o periodi riscattati successivamente.

  • Errori nei dati contributivi. Se emergono errori nei dati contributivi registrati presso l'ente previdenziale, come omissioni o periodi mancanti, si può chiedere il ricalcolo per includere i contributi corretti.

  • Pensioni di reversibilità. In caso di pensione di reversibilità, il ricalcolo può essere richiesto per adeguare l'importo in base a nuovi redditi dichiarati o alla corretta composizione del nucleo familiare beneficiario.

Come presentare domanda di ricalcolo all'INPS

Presentare il ricalcolo della pensione è relativamente semplice, anche se è necessario ottenere e allegare alla domanda un certo numero di documenti.

La domanda di ricalcolo della pensione si presenta all’ente previdenziale di competenza, ovvero l’INPS, tramite i canali ufficiali disponibili: portale online, contact center, patronati. È necessario compilare l’apposito modulo di richiesta, indicando i motivi del ricalcolo e allegando i documenti richiesti per supportare la domanda. Nel caso in cui si richieda il ricalcolo mediante patronato, è possibile fruire di una consulenza ad hoc per la compilazione della domanda. Ad ogni modo, i documenti necessari sono, nella maggior parte dei casi, i seguenti:

  • Documento d’identità valido;

  • Codice fiscale, ovvero una sua copia, anche sotto forma di tessera sanitaria. Copia del codice fiscale del richiedente;

  • Certificazione contributiva, ovvero l'estratto conto contributivo aggiornato, reperibile presso l’ente previdenziale;

  • Documenti attestanti i nuovi contributi, ossia ricevute, attestazioni o documentazione inerente ai periodi di contribuzione aggiuntivi da considerare;

  • Documentazione per errori o omissioni, eventuali prove o attestazioni che dimostrino errori nei dati contributivi o nel calcolo iniziale della pensione.

  • Altri documenti specifici, ossia certificati di reddito, dichiarazioni o attestazioni legate a modifiche normative o condizioni personali che incidano sull’importo della pensione.

Una volta raccolti i documenti, la domanda viene inviata seguendo la procedura indicata dall’ente. L’ente previdenziale verifica le informazioni e comunica l’esito al richiedente, con eventuale adeguamento della pensione.

Come viene effettuato il ricalcolo

Il ricalcolo della pensione è una eventualità ampiamente prevista dall’ordinamento, o per meglio dire dalle regole dell’INPS. Dunque, è possibile anche ipotizzare scenari circa arretrati e interessi.

Il ricalcolo della pensione avviene attraverso una revisione dei dati contributivi, delle normative applicabili e delle condizioni personali del pensionato. L’ente previdenziale analizza la domanda presentata e verifica la correttezza dei contributi versati, confrontandoli con quelli utilizzati per il calcolo originario della pensione. Se necessario, vengono applicate le nuove regole contributive o normative.

Gli arretrati vengono calcolati considerando la differenza tra quanto il pensionato avrebbe dovuto ricevere e quanto effettivamente percepito. Tale differenza viene moltiplicata per il numero di mensilità interessate, dal momento in cui si verifica il diritto al ricalcolo fino alla data di adeguamento. Gli arretrati spettanti sono poi erogati in un’unica soluzione, salvo specifiche diverse disposizioni.

Gli interessi sono riconosciuti nei casi in cui l’ente previdenziale ritardi nell’effettuare il ricalcolo o nella liquidazione degli arretrati, quando previsto dalla normativa vigente.  

A partire dal 1° gennaio 2025, il tasso di interesse legale è stato fissato al 2% annuo, in base al decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 10 dicembre 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 16 dicembre 2024. 

Pertanto, per gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2025, gli interessi saranno calcolati al tasso del 2% annuo. Per periodi precedenti, si applicheranno i tassi legali in vigore nei rispettivi anni, ad esempio:

  • 2024: 2,5%

  • 2023: 5%

  • 2022: 1,25%

È importante considerare che, in caso di ritardi nel pagamento degli arretrati da parte dell'ente previdenziale, potrebbero essere dovuti ulteriori interessi moratori, calcolati secondo le disposizioni normative vigenti.